Biophilic Design in LABA_Seminario di progettazione condotto da Bettina Bolten

Biophilic Design in LABA_Seminario di progettazione condotto da Bettina Bolten
Studenti del Biennio di Interior & Green Design // Docenti Bettina Bolten, Lorena De Agostini, Ugo Spiazzi

Andare all’università cambia le nostre vite. Si fanno i primi passi verso il mondo professionale e si iniziano ad avere sempre più responsabilità. È il periodo in cui si aprono molte strade e si stringono amicizie che spesso durano una vita. Si tratta di una scelta volontaria e tanti di noi si ricorderanno con piacere gli anni passati nelle aule e negli ambienti della propria università.

All’interno del Seminario&Workshop dal nome “Biophilic Design” ci siamo posti l’ambizioso compito di provare a capire come si potessero rendere ancora più immemorabili e piacevoli gli anni accademici, intervenendo sull’edificio per l’attività didattica, in questo caso l’ex fabbrica di armi che oggi ospita LABA Production, ubicata in Via Privata De Vitalis 1 a Brescia, con una riqualificazione in una chiave innovativa e incentrata su una progettazione che ha come obiettivo finale il benessere psico-fisico delle persone che in questi spazi passano molte ore della loro giornata. La tipologia di progettazione che risponde meglio a questo obiettivo si chiama ‘BIOPHILIC DESIGN’.

Nella parte teorica del corso, gli studenti hanno per prima cosa appreso nozioni di base su che cosa è la ‘BIOFILIA’: il termine “biofilia” letteralmente significa in senso largo “l’amore per la vita”. Il biologo statunitense Edward O. Wilson nel 2002 sviluppa l’ipotesi della biofilia; lui la definisce come: “l’innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente”. La biofilia è una connessione profonda con la Natura che quando si stabilisce all’incirca tra i 3 e i 9 anni di vita, poi nella vita non ci lascia più. Tutto ciò che è vivo ci attrae e può suscitare in noi emozioni di affiliazione (biofilia) o di repulsione (biofobia). La biofilia è innata, ma non è istintiva. È una predisposizione genetica che tutti noi esseri umani possediamo, ma che deve essere stimolata ed educata, affinché fiorisca. Se la biofilia non viene stimolata, come purtroppo succede nel caso di tante persone che vivono nelle grandi città con poche possibilità di interagire con la Natura, perdiamo la capacità di sviluppare alcune aree della corteccia cerebrale. Questo può avere delle conseguenze importanti per le nostre funzioni cognitive (in particolare, tende a ridursi la capacità di attenzione diretta e sostenuta) ed emozionali (in particolare, tende a ridursi la capacità di recupero dallo stress). La biofilia è un tratto della psiche umana che si è forgiato nel corso dell’evoluzione della nostra specie. Ancora oggi, essa ispira e condiziona per esempio le nostre preferenze ambientali.

È indispensabile capire la nostra Biofilia per potere fare un buon BIOPHILIC DESIGN che è un modo innovativo di pianificare ambienti interni, edifici, interi quartieri o anche le città che utilizza le più recenti scoperte sulla relazione tra Uomo e Natura per la progettazione degli ambienti artificiali, al fine di rendere questi ultimi consoni all’innata biofilia umana.

L’ecologo Stephen R. Kellert, definisce il Biophilic Design come «il deliberato tentativo di tradurre l’affinità dell’Uomo con la Natura – nota come Biofilia – nella progettazione di ambienti artificiali.” Inoltre, Kellert afferma che “il Biophilic Design non riguarda l’ecologizzazione dei nostri edifici o semplicemente aumentare la loro estetica attraverso l’inserimento di alberi e arbusti. È molto di più, riguarda il ruolo dell’umanità nella Natura e il ruolo del mondo naturale nella società umana.” L’obiettivo della progettazione biofilica è di realizzare ambienti artificiali inserendo nel progetto le caratteristiche della Natura, rendendo così gli ambienti il più possibili simili a quelli naturali in cui noi esseri umani abbiamo passato gran parte della nostra storia evoluzionistica.

Il Biophilic Design gode di un crescente interesse, non solo da parte dei professionisti della filiera dell’edilizia, ma anche da parte di un pubblico sempre più vasto e sensibile ai temi legati alla Natura e alla salute psico-fisica negli spazi in cui viviamo, lavoriamo, impariamo e ci curiamo e dove passiamo fino al 90% della nostra vita.

All’interno dell’offerta didattica, gli studenti sono stati introdotti ai concetti della Biofilia e del Biophilic Design, con una presentazione degli studi più significativi in questo ambito e con una perlustrazione di numerosi esempi di architetture biofiliche recenti; gli studenti hanno così potuto cimentarsi con la progettazione biofilica iniziando da un luogo che conoscono bene e dove quotidianamente hanno potuto sperimentare i suoi pregi e difetti. E’ stata fatta una breve analisi del contesto urbano e delle caratteristiche architettoniche dell’edificio LABA Production. In diversi momenti di condivisione (online) gli studenti suddivisi in gruppi, sono stati accompagnati nell’elaborazione di un progetto finale.

I risultati non potevano essere più diversi tra di loro, perché è stata data molta libertà agli studenti di scegliere su quali aspetti concentrarsi, perché il Biophilic Design non ha regole rigide e può essere interpretato in maniera differente da ogni individuo, perché dipende dalla biofilia di ognuno di noi. L’inizio non è stato facile, ma alla fine i progetti hanno dimostrato che gli studenti hanno accettato la sfida di questo nuovo approccio alla progettazione e mi auguro che per alcuni di essi questa esperienza rimarrà viva e cambierà il loro modo di vedere la Natura e il rapporto con essa, anche negli ambienti costruiti.

Sono convinta che il Biophilic Design possa essere una valida risposta alle esigenze vere degli esseri umani e dell’ambiente e che diventerà una prassi progettuale consolidata per i progettisti di domani.

Bettina Bolten – Biophilic Design Consultant