Rizomatica, riconnessioni urbane. Diversi modi di vivere la città.

Rizomatica, riconnessioni urbane. I diversi modi di vivere la città
Progetto di Tesi Specialistica in Interior & Green Design di Valentina Ronchi // Docente relatore Camilla Rossi, Correlatore Lorena De Agostini
_Il testo che segue è tratto dal documento di tesi

Ho definito questo progetto un rizoma, perché proprio per la natura della riflessione da cui trae origine, esso non ha uno sviluppo unilaterale, ma si apre a molti se non infiniti sviluppi. Citando Deleuze e Guattari, padri della rizomatica, i rizomi si possono per comodità di lettura appiattire su di un piano di consistenza, è esattamente questo il tentativo del progetto. Ho proiettato su due piani, uno verticale e uno orizzontale, parti del nostro rizoma cittadino, indagato attraverso la cartografia e le mappature. Tramite le mappe ho esplorato diversi modi di vivere la città di Brescia e di attraversarla, per poi proiettare le mappe stesse sui due piani di consistenza orizzontale e verticale.
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Il piano orizzontale è stato poi sviluppato con una tecnica pittorica che prevede la realizzazione di percorsi dipinti sulle strade e che trae il suo segno stilistico dalla cartografia che ha generato i percorsi stessi. Il progetto di decorazione pittorica mira ad incontrare la cittadinanza ma anche persone che semplicemente attraversano la città per ragioni diverse, stimolandone la curiosità e spronandole alla scoperta.

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Il piano verticale consiste invece in giardini ed è sviluppato con la tecnica del living wall, la tecnica si sposa perfettamente con il concetto di rizoma in quanto le radici in questo sistema crescono orizzontalmente, in fittoni o appunto, rizomi. Anche il disegno dei giardini verticali nasce, come i percorsi, dalla proiezione delle mappe cittadine analizzate. Quello di piazza Rovetta trae la sua origine dalle mappe dei fiumi, in quanto era un luogo di incontro naturale dei corsi d’acqua cittadini e vi si trovava un piccolo lago. Il giardino verticale di palazzo Pi.ba invece trae il suo disegno dalla proiezione delle mappe del Carmine e degli studi artistici cittadini, perché si trova nel cuore del quartiere e perché il suo stato di abbandono è stato fonte di ispirazione per gli artisti bresciani.

Il giardino sul fiume Mella è di natura differente, perché è un modulo di semplice realizzazione che mira ad essere il risultato di un progetto di autocostruzione condivisibile con la cittadinanza.
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Lasciandomi ispirare dal territorio ho analizzato la sponda del fiume per stratificazioni, più semplicemente riassunte in strisce. Lo scopo di quest’analisi è inglobare il muro all’interno del paesaggio naturale applicandovi un giardino verticale che di fatto rifletta su di esso la sponda del fiume. Laddove non sarà possibile utilizzare le piante analizzate (come gli alberi per esempio), verrà applicata la Festuca arundinacea, sempreverde assai resistente e largamente diffusa. Una volta stabilito l’aspetto del giardino verticale dal punto di vista botanico, ho voluto creare un’installazione che integrasse nel progetto anche una parte della popolazione faunistica locale. Pensando a loro ho inserito nel giardino un altro elemento, un abbeveratoio. Esso è volutamente in materiale naturale (legno) e di facile realizzazione. Le vaschette altro non sono che delle mezze ciotole incollate ad una base che ne segue la forma ondulata. Alla base presentano un piccolo foro che lentamente lascia uscire l’eventuale acqua in eccesso per evitare il ristagno.

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